La coltivazione del castagno nelle nostre vallate

Il Castagno non è un albero originario delle nostre zone. Proveniente dall'Asia, è stato introdotto nelle Prealpi Varesine circa 2000 anni fa. Le castagne sono ricche di amido e, prima della scoperta dell'America, mancando ancora mais e patate, costituivano la principale riserva alimentare per l’inverno. Il Castagno, nel medioevo, veniva coltivato nella selva castanile, parco con grandi castani in prati  sfalciati o pascolati. La selva castanile forniva così castagne, erba, funghi e strame costituito dalle foglie morte cadute a terra che venivano raccolte ed utilizzate come letto per gli animali. La potatura delle piante forniva inoltre legna da ardere. In Valcuvia le selve castanili, un tempo assai diffuse, sono quasi del tutto scomparse. sostituite dal bosco ceduo di Castagno.

La lavorazione delle castagne

Raccolta
La raccolta delle castagne veniva effettuata a mano, poi venivano portate a dorso di mulo, fino ai luoghi di lavorazione.

Affumicatura ed essiccatura
L'affumicatura delle castagne, avveniva nella “Grà”, un apposito edificio in muratura diviso in due piani: sul piano superiore, diviso dall’inferiore da una griglia di assicelle di legno, veniva disposto uno strato di castagne fresche, mentre al piano inferiore un fuoco ardeva per diversi giorni lino alla completa essiccatura dei frutti.

Sbucciatura
Per la sbucciatura, le castagne essiccate venivano sistemate in sacchetti di canapa e battute con forza contro un ceppo di legno, poi, venivano versate su un apposito vassoio In vimini a forma dl ventaglio detto “vaj” e quindi ripetutamente lanciate per aria fino ad ottenere la separazione delle bucce dal frutto. L’operazione di sbucciatura era compiuta dalle donne sulle aie. Oppure le castagne ancora con la buccia venivano infilate su di uno spago e vendute In lunghe collane nelle sagre paesane.