Frasi e parole nella storia del cinema

Chi sogna può spostare le montagne.
(Claudia Cardinale, a proposito di Klaus Kinski, al direttore dell' opera di Manaus, Peter Berling)
Fitzcarraldo, 1982


La mia chiesa sono state le montagne, le praterie: niente porte...
(L'anziano pistolero John Wayne a Lauren Bacall che vorrebbe convincerlo ad accompagnarla in chiesa)
Il pistolero, 1976


-Sapeva che sarei tornato oggi. Allora perché è andata in montagna?
-Sai: se non andava in montagna, Maometto veniva a lei.
(Oliver Hardy e Stan Laurel parlano delle loro mogli)
I figli del deserto, 1934


-Perchè le piace scalare una montagna?
-Mah... Probabilmente perché, per quanto sia alta e ripida, ce n'è sempre una più alta.
(Joan Fontaine e Louis Jourdan)
Lettera da una sconosciuta, 1948


-Parli di questa montagna come se fosse una donna.
-Con me è stata gentile più di tutte le donne che ho conosciuto.
(Tim Holt e Humphrey Bogart)
Il tesoro della Sierra Madre, 1948


Ricordi gli alberi? Ti ricordi come son diversi gli alberi? Te lo ricordi? Te lo ricordi, eh? Le montagne... Ti ricordi le montagne?
(Robert De Niro cerca invano di distogliere dalla roulette russa l' amico Christopher Walken)
Il cacciatore, 1978


Che cos' è che rende gli uomini così pazzi da scalare le montagne? Come se la vita in pianura non fosse già abbastanza infernale!
(La voce narrante del giornalista Donald Sutherland)
Grido di pietra, 1991

Pensieri, poesie, aforismi

Il Signore soleva ordinare ai suoi profeti di salire sulle montagne per parlare con Lui. Mi sono sempre domandato perché lo faceva, e adesso comprendo la risposta: dall' alto della montagna tu puoi vedere tutto piccolo. Quello che conquistiamo e quello che perdiamo rimane laggiù. Le nostre glorie e le nostre tristezze cessano di essere importanti. Dall' alto della montagna tu puoi vedere come sia grande il mondo e come sono ampi gli orizzonti.
Paolo  Coelho "Monte Cinque"

"Gli Incas costruirono la più grandiosa strada del mondo e anche la più lunga, poiché essa si estende da Cuzco a Quito e un tempo metteva in comunicazione Cuzco col Cile, per un tratto di ottocento leghe. Credo che, dagli inizi della storia umana, nulla sia mai stato costruito che eguagli la magnificenza di questa strada, che passa per vallate profonde e montagne altissime, su cime nevose e cascate d' acqua, attraverso la roccia viva e lungo le sponde di sinuosi torrenti". Così scriveva, intorno al 1548 Pedro Cieza de Leon, uno dei primi bianchi che abbia mai percorso la Grande Strada del Sole. Oggi molti tratti di questa strada sono andati distrutti ma a noi, uomini cibernetici del duemila, resta nel cuore lo spirito magico di questo popolo e nella mente la stessa voglia di viaggiare, di scoprire e di conoscere quell' emblematico percorso che è la vita.
Walking in the sunshine

Sabbia, polvere...
Roccia, fango...
Con la natura da padrona
cammineremo
in pieno sole
Terre

Addio, monti sorgenti dal  ’acque, ed elevati al cielo; cime ineguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l ‘aspetto de’ suoi familiari; torrenti, ville sparse e biancheggianti sul pendio come branchi di pecore pascenti; addio! Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana! Alla fantasia di quello stesso che se ne parte volontariamente, tratto dalla speranza di fare altrove fortuna, si disabbelliscono, in quel momento, i sogni della ricchezza; egli si meraviglia d ‘essersi potuto risolvere, e tornerebbe allora indietro, se non pensasse che, un giorno, tornerà dovizioso. Quanto più s’avanza nel piano, il suo occhio si ritira, disgustato e stanco, da quell’ampiezza uniforme; l’aria gli par gravosa e morta; s’inoltra mesto e disattento nelle città tumultuose; le case aggiunte a case, le strade che sboccano nelle strade, pare che gli levino il respiro; e davanti agli edifizi ammirati dallo straniero, pensa, con desiderio inquieto, al campicello del suo paese, alla casuccia a cui ha già messo gli occhi addosso, da gran tempo, e che comprerà, tornando ricco a’ suoi monti.
Ma chi non aveva mai spinto al di là di quelli neppure un desiderio fuggitivo, chi aveva composti in essi tutti i disegni dell’avvenire, e n’è sbalzato lontano, da una forza perversa! Chi, staccato a un tempo dalle più care abitudini, e disturbato nelle più care speranze, lascia que’ monti, per avviarsi in traccia di sconosciuti che non ha mai desiderato di conoscere, e non può con l’immaginazione arrivare a un momento stabilito per il ritorno! Addio casa natia, dove, sedendo, con un pensiero occulto, s’imparò a distinguere dal rumore de’ passi comuni il rumore d’un passo aspettato con un misterioso timore. Addio, casa ancora straniera, casa sogguardata tante volte alla sfuggita, passando,  e non senza  rossore; nella quale la mente si figurava un soggiorno tranquillo e perpetuo da sposa. Addio chiesa, dove l’animo tornò tante volte sereno, cantando le lodi del Signore; dov’era promesso, preparato un rito; dove il sospiro segreto del cuore doveva essere solennemente benedetto, e l’amore venir comandato, e chiamarsi santo; addio! Chi dava a voi tanta giocondità è per tutto; e non turba mai la gioia de’ suoi figli, se non per prepararne loro una più certa e più grande.
"Addio, Monti" da "I Promessi Sposi" Alessandro Manzoni

Aspirare ad avere successo è come voler raggiungere la cima di una montagna: puoi provarci percorrendo la strada panoramica o facendotici lasciare da un elicottero.
Mastermind

 

La montagna più alta rimane sempre dentro di noi.

Walter Bonatti

Se la montagna non andrà da Maometto, Maometto andrà alla montagna.
Francis Bacon

Un uomo senza difetti è una montagna senza crepacci. Non mi interessa.
René Char

Una montagna non può spaventare chi vi è nato.
Johann Christoph Friedrich von Schiller

Ho imparato così tanto da voi, Uomini... Ho imparato che ognuno vuole vivere sulla cima della montagna senza sapere che la vera felicità sta nel come questa montagna è stata scalata.

Gabriel Garcia Marquez

Quando guardo una montagna aspetto sempre che si converta in vulcano.
Italo Svevo

La solitudine è indispensabile per l'uomo perché acutizza la sensibilità ed amplifica le emozioni.

Walter Bonatti

Le montagne sono l'inizio e la fine di ogni scenario naturale
John Ruskin         

La fede sposta le montagne
San Paolo

Non esistono montagne impossibili. Esistono solo uomini che non sono capaci di salirle
Cesare Maestri

L'amore è come quelle montagne in forma di picco la cui cima non può offrire spazio al riposo: appena saliti bisogna ridiscendere
Duca di Lévis

Anche le montagne respirano, ma la nostra vita è troppo breve per potercene accorgere
Detto Sioux

Non ho nulla di nuovo da insegnare al mondo. La verità e la non violenza sono antiche come le montagne.
Gandhi

Calvo come son calve le nude cime delle montagne, con una calvizie colma di maestà.
 Arnold Matthew

Se vuoi vedere le valli, sali in vetta a una montagna; se vuoi vedere la vetta di una montagna, sali su una nuvola; se invece aspiri a comprendere la nuvola, chiudi gli occhi e pensa
Kahlil Gibran

E gli uomini se ne vanno a contemplare le vette delle montagne, i flutti vasti del mare, le ampie correnti dei fiumi, l'immensità dell'oceano, il corso degli astri, e non pensano a sé stessi.
Sant' Agostino

Un amico lontano è a volte più vicino di qualcuno a portata di mano. E' vero o no che la montagna ispira più reverenza e appare più chiara al viandante della valle che non all'abitante delle sue pendici

 Kahlil Gibran

Ogni strada seguita precisamente fino alla sua fine non porta proprio in nessun luogo. Scala una montagna solo un poco, per verificare che sia una montagna. Dalla cima di una montagna non puoi vedere che si tratta di una montagna.»
Frank Herbert

Quanto più ci innalziamo, tanto più sembriamo piccoli a chi non sa volare
 Friedrich Nietzsche

L'alpinista è un inquieto inguaribile: si continua a salire e non si raggiunge mai la meta. Forse è anche questo che affascina: si è alla ricerca di qualcosa che non si trova mai.
 Hermann Buhl

Chi più in alto sale, più lontano vede. Chi più lontano vede, più a lungo sogna.

Walter Bonatti

Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. La fine di un viaggio è solo l'inizio di un altro.

José Saramango

Il morbo di Heck

In ricordo del prof. Tito Berti, illustre clinico e alpinista veneto, ideatore e primo direttore del corso universitario di specializzazione in medicina in montagna, riportiamo alcuni suoi appunti su una patologia descritta nel bollettino del Cai del 1879. L' affezione, come si usa in medicina, prende il nome dall' ammalato in cui venne riscontrata per la prima volta. I primi sintomi della malattia si manifestano con inquietudine continua, apatia al lavoro, insonnia quando il cielo è sereno e accasciamento di tutti gli organi quando il tempo si intorbida. Il paziente non tollera che abiti leggeri e di forma ampia, ad eccezione dei piedi che non si trovano bene che entro forte calzatura provvista di chiodi. Il buon padre di famiglia ammutolisce, diventa apatico, indifferente alle più serie faccende domestiche; l' uomo d' affari fugge il lavoro appena vede il cielo rasserenarsi; nelle osterie gli infermi si mettono in orgasmo quando uno più gravemente colpito favoleggia monti e valli. L' infermo ha l' occhio attonito, fisso sopra le alture; nel parossismo minaccia di dare l' assalto a ogni montagna. L' uomo vi è più soggetto della donna, ma quando essa è colpita diventa più smaniosa dell' uomo ammalato. Il male procede di consueto in modo cronico, negli ammalati già alquanto attempati si manifesta con uno straordinario vigore e ardimento che fa singolare contrasto col peso degli anni. Le rovine morali cagionate da questo malore sono terribili: il figlio abbandona i genitori, il padre di famiglia respinge moglie e figli, quando, essi, rimasti immuni dal male che lo travaglia, lo contraddicono; i più potenti vincoli della natura sono infranti senza rimorso. Uomini gravi, impiegati incanutiti nei loro uffici, ministri di stato si abbandonano ai più pazzi tripudi. La sede del male non è ancora ben constatata; si ritiene che risieda principalmente nei piedi, perché a un paziente, essendo stata tagliata una gamba, ne fu liberato. Però questo fatto isolato non basta, perché essendo morto l' individuo poco dopo l' operazione, può benissimo essere morto in conseguenza del male.
Di rado gli ammalati muoiono nel loro letto, è incontestabile che questa febbre è contagiosa, un individuo solo che ne era affetto ammorbò in un mese 40 sani. Al fine di porre un rimedio alla malattia si propose di fondare ospedali appositi, chiamati Club o Verein, ove fossero ricoverati gli infermi, ma il rimedio fu peggiore del male e il numero degli infelici invece di scemare aumentò enormemente.


dal mensile "ALP" novembre 1999